Qualcosa di più difficile che arrivare ad avere una sia pure minimamente compiuta, lontana avvertenza del divenire della Politica Estera internazionale, dei Rapporti tra gli Stati, a questi Tempi?
Della capacità da parte di alcuno tra i pretesi protagonisti di dirigerla verso un purchessia laddove?
Gli Stati Uniti d’America – costantemente e vie più in difficoltà (giustificatamente, si dirà dati gli infiniti interessi e rapporti derivanti dal loro semplice esserci ma comunque in molteplici circostanze – e oggi in Afganistan – incapaci al punto di minare la propria autorevolezza senza nessun costrutto) – quali mire nutrono in materia?
Nell’universo mondo?
Verso la Cina (in un misero capitolo ho cercato di tornare alla Storia, al ‘Secolo dell’Umiliazione’ per fornire vaghe indicazioni in tema, sempre peraltro
ricordando che è del Passato che occorre comunque avere contezza)?
Verso la Russia che oramai da decenni definiamo “di Vladimir Putin” ma che è molto più di così e chissà come sarà?
Verso la declinante Europa che pone problemi e mai soluzioni?
Verso l’Oceania, che esiste per quanto nessuno ne tratti?
Verso l’India, la ‘sorda’ e ‘muta’ India?
Verso – attenzione perché vengono colpevolmente ignorate e malissimo incoglie e capiterà a chi lo fa – le nazioni Asiatiche ‘altre’ (rivali di Pechino? Mah?) Taiwan e Corea del Sud tanto protese economicamente e tecnologicamente (non poco, culturalmente, Seul!) senza dimenticare un Giappone che, per quanto ‘stagnante’ negli ultimi decenni, trascorso il periodo nel quale era percepito in Occidente come “il Pericolo Giallo”, resta una vera eccellenza?